sabato 11 luglio 2015

BlogTour - " Il mio imprevisto più dolce" di Chiara Trabalza

BLOG TOUR

= IL MIO IMPREVISTO PIU' DOLCE =

Di Chiara Trabalza


Ho deciso di partecipare al Blog Tour, ideato dal Blog PARLIAMO DI LIBRI http://parliamodilibriblogletterario.blogspot.it/ ), dedicato ad una storia dolce e romantica, si tratta di " IL MIO IMPREVISTO PIU' DOLCE " di Chiara Trabalza, edito Lettere Aminate.

I blog partecipanti sono i seguenti:

LADRA DI LIBRI - IL BLOG vi presenterà, in anteprima, il primo capitolo.


 TRAMA

Elena e Liam si conoscono da sempre, sono come fratello e sorella, eppure, a un certo punto,
la vita li separa. Quando si rincontreranno dopo molti anni l'affetto e l'amicizia reciproca
lasceranno spazio a un amore non previsto che li spaventerà. Il sottile equilibrio che Elena
era riuscita a costruire con Liam vacillerà all'improvviso sotto la spinta irrefrenabile della passione.
Ma lei non è ancora pronta per una storia d'amore e allontana da sé Liam separando ancora una volta le loro strade. Eppure la vita spesso è imprevedibile e fa un dono inaspettato a Elena regalandole una gravidanza inattesa.
Ma Liam è ormai lontano e il destino sembra averli divisi per sempre. Elena è spaventata, confusa, sola.
Dovrà prendere una decisione. Rivorrà Liam accanto a sé oppure le sue paure la condurranno verso scelte sbagliate?
E Liam sarà in grado di rivelare ad Elena un terribile doloroso segreto del suo passato che per anni lo ha tormentato? Perché alcune volte anche un imprevisto può trasformarsi in un meraviglioso dono se si è disposti a perdonare e a concedere una seconda possibilità.


PRIMO CAPITOLO

1.

Elena
Continuavo a fissarlo, incredula e stupita, con insistenza, anche a costo di sembrare maleducata. Mi riusciva davvero difficile credere che lui fosse là, davanti a me, seduto su una sedia nella mia cucina, a casa mia. Distolsi lo sguardo soltanto per pochi secondi, giusto il tempo di voltarmi per togliere la caffettiera dal fuoco e versare il caffè nero bollente nella tazzina. Aggiunsi un cucchiaino di zucchero e mescolai con cura. Poi mi voltai nuovamente a fissarlo mentre gli porgevo, con mano un po' tremante, la tazzina di caffè. Regnava una strana atmosfera in cucina, non c'era imbarazzo, quello no, ma il silenzio era profondo quasi come se ci stessimo scrutando a vicenda dopo tanto tempo. Era come se entrambi avessimo così tanti pensieri in testa che facessimo fatica a tirarli fuori verbalizzandoli in un discorso coerente. Restavamo là, uno di fronte all’altra, frastornati. «Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma» ironizzò Liam spezzando per primo quel silenzio che stava diventando forse un po’ troppo pesante per entrambi. Poi mi sorrise. Quel sorriso caldo e sincero che mi fece fare un tuffo nel passato. Il cuore mi batté forte ed iniziai a giocherellare nervosamente con una ciocca di capelli. «Beh, concedimi almeno la facoltà di essere stupita!» protestai. «Ti presenti così all’improvviso dopo dieci anni, senza avvisare nessuno e pretendi che io faccia finta di nulla? Concedimi un minimo di sorpresa e di stupore». Lo guardai spalancando gli occhi con sguardo interrogativo e attesi con ansia una sua spiegazione. Erano passati dieci lunghi anni dall’ultima volta che ci eravamo visti e avevo impiegato mesi per cercare di dimenticarmi di lui. Invece ora Liam era di nuovo nella mia cucina, accanto a me, come se nulla fosse. «Lo so, hai ragione. Non è stato educato presentarmi così all’improvviso ma non sapevo come avvertirti Lili, non avevo più né il tuo numero né il tuo indirizzo» si scusò abbassando il viso leggermente a disagio. “Lili” ripetei dentro di me. E quel nome mi riportò indietro nel tempo, a tanti anni prima. A quando io e Liam da bambini giocavamo a nascondino nel grande giardino di casa sua, a quando facevamo le gare in altalena per vedere chi volava più in alto, a quando lui mi insegnava come salire sui rami degli alberi e io gli insegnavo come saltare a corda. Mi chiamava sempre Lili, fin da bambino. Forse perché da piccoli è più facile usare dei diminutivi, si riescono a sillabare meglio. Anche se il mio vero nome, Elena, mi piace molto, devo anche dire che Lili è da sempre stato il mio secondo nome e spesso anche in casa, ancora adesso, i miei genitori mi chiamano così. «Pensavo saresti stata felice di rivedermi» seguitò Liam risvegliandomi dal mio torpore e da quei ricordi che stavano prendendo il sopravvento nella mia mente. Sembrava dispiaciuto e io mi sentii in colpa per la mia freddezza. Corsi ai ripari. «Ma certo che sono felice Liam, molto felice di rivederti. Davvero! Sono solo sorpresa, tutto qui». Emisi un sospiro mentre tamburellavo con le dita sul piano della cucina. «A proposito, come mi hai trovata? Non sapevi nemmeno dove abitavo» domandai stupita. «Sono andato alla tua vecchia casa, quella dove siamo cresciuti. Sono più grande di dieci anni, va bene, ma non sono ancora così vecchio da aver perso la memoria!» mi prese in giro ridendo Liam. Mi strizzò l’occhio mostrandomi la lingua in segno di scherno. «Quindi hai visto i miei genitori?» domandai ancora. Pensai che fosse strano che mia madre non mi avesse subito avvisata con una telefonata per dirmi che Liam era tornato. «C’era solo tua madre in casa. E sai la cosa buffa? Mi ha riconosciuto subito. Mi ha buttato le braccia al collo e aveva gli occhi lucidi per l’emozione. Quasi quasi mi commuovevo anche io!» sorrise dolcemente con lo sguardo trasognato. «Tipico di mia madre» conclusi ironica. «Si direbbe che è stata più felice lei di vedermi di quanto non sia tu adesso» bofonchiò. Mi sentii in colpa e mi misi sulla difensiva. In realtà ero molto felice di rivederlo e glielo dissi. «Liam smettila di fare lo scemo. Ti ho detto che mi hai colta di sorpresa ma sono molto felice che tu sia qui». Poi mi sedetti accanto a lui e posai una mia mano sulla sua, come a volerlo tranquillizzare. Quel contatto fu come una scossa elettrica per me. Non era più la mano fragile del ragazzino che io ricordavo, ma era la mano grande e forte dell’uomo che ormai Liam era diventato. «Mi sei mancato molto» dissi quasi in un sussurro, abbassando lo sguardo, leggermente imbarazzata. «Anche tu Lili, moltissimo» rispose lui sorridendomi. Poi mi attirò a sé e mi abbracciò forte, stringendomi tra le sue braccia. Io chiusi gli occhi e mi abbandonai sul suo petto respirando a pieni polmoni il suo odore, il suo profumo penetrante, un misto di borotalco, legno e sandalo. Stavo bene in quel momento, dopo tanto tempo mi sentivo di nuovo completa, come se Liam nonostante tutto fosse sempre stato una parte di me che adesso avevo finalmente ritrovato. Restammo così in silenzio per qualche minuto anche se a me sembrarono delle ore. Avevo così tante domande da fargli, volevo sapere così tante cose, ma in quel momento era come se non mi uscissero le parole e mi limitavo a restare accoccolata sul suo petto, tra le sue braccia, come facevo da bambina quando cadevo correndo e mi sbucciavo le ginocchia e Liam subito accorreva in mio aiuto. Era sempre stato per me come un fratello maggiore. I nostri genitori erano soci in affari. Thomas, il padre di Liam, era originario della Florida ma si era trasferito a Roma per amore, quando la sua fidanzata era rimasta incinta. Avevano deciso così di sposarsi e venire a vivere in Italia. Thomas era un grande chef, in Florida gestiva un ristorante assieme ai suoi fratelli e a suo padre, il nonno di Liam. Appena si fu trasferito a Roma conobbe per caso mio padre, anche lui cuoco e così decisero di mettersi in società e aprire un ristorante. Quindi io e Liam eravamo praticamente cresciuti insieme come fratello e sorella, ci conoscevamo da quando portavamo il pannolino. Molte volte i nostri genitori ci portavano con loro al ristorante e ci sistemavano sul retro, in una piccola stanza che avevano attrezzato per noi con giochi, libri e colori in modo che potessimo trascorrere del tempo mentre loro lavoravano e a turno le mamme venivano a sbirciare se avevamo combinato qualche guaio. Ricordo quei momenti con molta dolcezza. Ogni tanto io e Liam sgattaiolavamo fuori della stanza cercando di non farci sorprendere e ci mettevamo a quattro zampe vicino alla sala per sbirciare cosa succedeva, quanti clienti c’erano, come erano vestiti, cosa c’era nei loro piatti e ci divertivamo a commentare ogni cosa a bassa voce per non farci scoprire. Ma in realtà la nostra fuga durava pochi minuti perché i nostri genitori ci scovavano quasi subito e ci rispedivano nella nostra piccola stanza sul retro. In estate invece le nostre giornate erano ancora più belle perché restavamo quasi sempre a casa di Liam con una baby sitter mentre i nostri genitori lavoravano al ristorante. Io adoravo alla follia la casa del mio amico perché era molto grande e spaziosa, piena di bei quadri e con il frigorifero sempre colmo di ogni prelibatezza. E poi fuori c’era un grande giardino dove in estate Thomas metteva un’immensa piscina gonfiabile nella quale io e Liam sguazzavamo come due pesciolini per ore cercando di trovare ristoro dal terribile caldo afoso di Roma. Io insegnavo a lui giochi da femmina e lui insegnava a me cose da maschio, era come se fossimo un solo corpo e una sola anima, bastavamo a noi stessi e non ci importava nemmeno quando qualche nostro compagno di scuola ci prendeva in giro chiamando me maschiaccio oppure Liam femminuccia. In un certo senso ci isolavamo, avevamo il nostro mondo dove esistevamo solo noi due. Per un attimo il nostro equilibrio vacillò quando mia madre rimase incinta di mio fratello quando io avevo otto anni. Ricordo che per tutta la gravidanza io fui presa da un’agitazione incredibile e da mille pensieri brutti perché nel mio cuore di bambina temevo che Liam potesse abbandonarmi per passare il suo tempo con mio fratello visto che era un maschio anche lui mentre io ero solo una bambina che faceva giochi forse troppo femminili. Guardavo la pancia di mia madre crescere e temevo il peggio. Nella mia mente infantile credevo che appena nato mio fratello Liam avrebbe rivolto tutte le sue attenzioni a lui e avrebbero giocato insieme con le macchinette o il pallone ed io sarei passata in secondo piano. Un giorno, quando ormai mancavano pochi giorni alla nascita di mio fratello, Liam notò che ero sempre più nervosa e preoccupata e con i suoi modi dolci e persuasivi mi convinse a dirgli cosa mi preoccupasse così tanto. Senza nemmeno guardarlo negli occhi ricordo che gli risposi accigliata «Credi che non lo sappia che adesso che nasce il bambino tu preferirai lui a me? Siete due maschi». Poi feci spallucce con aria da donna consumata e mi misi a guardare l’orizzonte con lo sguardo perso nel vuoto. Ero davvero teatrale. Liam scoppiò in una fragorosa risata. Lo guardai stupita sgranando gli occhi ma lui seguitava a ridere e a tenersi la pancia. «Cosa c’è da ridere?» lo rimproverai profondamente offesa. «Lili….. sei tutta matta! Tu fratello sarà solo un piccolo moccioso, un lattante che non farà altro che piangere da mattina a sera!» mi prese in giro Liam mentre seguitava a ridere prendendomi per matta. Si asciugò una lacrima che gli era scesa per il troppo ridere e seguitò «E comunque abbiamo dieci anni di differenza e quando lui avrà l’età per giocare a pallone io avrò ormai l’età per uscire con qualche bella ragazza». In effetti mentre ascoltavo Liam parlare e ragionavo a mente fredda e con lucidità mi resi improvvisamente conto di quanto io fossi stata sciocca ad agitarmi per niente e a quanto dovessi essere sembrata patetica ed infantile a Liam. Avevano dieci anni di differenza con mio fratello che peraltro non era ancora nemmeno nato ed io mi ero preoccupata inutilmente per qualcosa che non esisteva. Arrossii perché provai un forte imbarazzo ma poco dopo scoppiai a ridere anche io in una fragorosa risata liberatoria. Anche adesso, mentre ero accoccolata sul petto di Liam, là, in cucina, a ripensare a quell’episodio mi venne ancora nuovamente da sorridere. «Come te la passi tu qua?» mi chiese a bruciapelo Liam riportandomi alla realtà e risvegliandomi dal torpore nel quale ero caduta trasportata dai miei ricordi. Mi scostai da lui e mi misi a sedere. «Io? Beh…. Direi bene. Lavoro in una pasticceria dove posso dedicarmi alla mia passione, il cake design. Direi che aver passato tanti anni nel ristorante e aver sperimentato così tante torte insieme alla mamma alla fine ha dato i suoi frutti. Ho un’ottima manualità, sai?» affermai con orgoglio. Lui mi guardò con affetto e mormorò quasi in un sussurro «Ma tu sei sempre stata bravissima in ogni cosa che facevi». Arrossii e abbassai lo sguardo. Ecco che sentii di nuovo quella strana sensazione, un misto di calore ed imbarazzo. Il resto del pomeriggio trascorse allegramente, ci raccontammo reciprocamente tante cose di quei dieci lunghi anni passati lontani. Ascoltai con interesse e curiosità ogni cosa che lui mi narrò, dalla sua vita in Florida, agli anni del college, ai suoi primi lavori svolti e tanti altri aneddoti. Lo ascoltavo rapita ed estasiata. E più Liam raccontava la sua vita e più io avrei voluto sapere tante altre cose e ancora e ancora. Ero diventata avida. Prima sapevo tutto di lui, perfino il numero delle scarpe che portava ed ora invece mi sembrava di non sapere più nulla, quasi fosse un estraneo e questa cosa non mi piaceva. Passai tutto il pomeriggio ad ascoltarlo e il tempo sembrò volare. Gli ultimi raggi del sole fuori la finestra lasciarono ben presto spazio al buio della sera. «Santo cielo quanto ho chiacchierato!» esclamò Liam guardando fuori dai vetri l’oscurità avvolgere i palazzi. «Si è fatto tardi, è ora che io vada». Si alzò in piedi ed io lo imitai anche se mi dispiaceva vederlo già andare via. «E’ stato davvero molto bello sentirti raccontare così tante cose interessanti» lo ringraziai sorridendogli. Lui mi prese le mani e le strinse tra le sue. «Non ti ho annoiato?».

«Ma no, assolutamente no. Anzi, avrei ancora tante cose da chiederti».

«Però la prossima volta tocca a te raccontarmi tante cose della tua vita, d’accordo?» mi chiese. Acconsentii sorridendogli. «Dove vai a dormire adesso? Hai preso una stanza da qualche parte? Quanto ti fermi a Roma?». Le domande mi uscirono a raffica senza che potessi controllarle. «A dire il vero non so dove andrò a dormire. Mi arrangerò. Non ho pensato a cosa fare né a dove andare. Non so nemmeno per quanto mi fermerò a dire il vero» concluse facendo le spallucce. Io rimasi a bocca aperta. Era arrivato a Roma dopo dieci anni e non aveva nemmeno uno stracco di idea né di progetto. Era tipico di Liam. Eterno bambino mai cresciuto con uno spiccato senso di incoscienza e un innato spirito d’avventura. Tipico suo. Alzai gli occhi al cielo sospirando. «Eccola la mia Lili» sbottò a ridere Liam. «I tuoi occhi rivolti verso il cielo quando dovevi rimproverarmi…..quanto mi sono mancati. Tipico tuo». Rise. Incrociai le braccia sul petto un po’ risentita e mettendo il broncio, borbottai «Certo, così come è tipico tuo non fare mai progetti a lungo termine. Come puoi venire qui dopo anni e non sapere neppure dove dormire?». Poi mi balenò un’idea in testa all’improvviso. Forse poteva sembrare un po’ folle ma in fondo eravamo amici da così tanto tempo….anzi, direi quasi fratelli. Così mi feci coraggio e gli chiesi «Perché non dormi qui?». Liam mi guardò meravigliato e confuso e impiegò qualche istante prima di rispondere. «Qui a casa tua intendi?». Mi venne da ridere. Era buffo vederlo imbarazzato. «Beh in effetti l’idea era questa ma se preferisci dormire fuori sul pianerottolo va bene uguale» lo presi in giro strizzandogli l’occhio. Poi tornai seria. «L’appartamento è piccolo, lo so, ma ho una stanzetta che uso come una specie di ripostiglio dove ci sta un divano letto. E’ un po’ in disordine ma se ti accontenti per qualche sera finché non avrai trovato una sistemazione migliore per me non ci sono problemi. Anzi, mi fa piacere». La bocca di Liam si allargò in un immenso sorriso, poi mi corse incontro abbracciandomi e mi fece volteggiare sollevandomi da terra. Era palesemente felice. Ed anche io.


 LE IMPRESSIONI DELLA LADRA DI LIBRI

Sono rimasta piacevolmente colpita dalla lettura di queste prime pagine.
I protagonisti mi hanno incuriosita subito, tanto da farmi acquiatare il libro su due piedi.
Lettura scorrevole, semplice e molto discorsiva.
Il titolo e la copertina trovo siano stupendi.
Che ne dite di farla diventare la lettura della vostra estate?

LINK D'ACQUISTO

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Ringrazio Chiara e le mie colleghe Blogger per aver pensato alla LADRA DI LIBRI.

Buona Lettura ;)

Saretta





4 commenti:

  1. wow già inserito in WL appena ricarico la poste pay sarà mioooooooooooooooooo

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  2. Sarà sicuramente un'ottima lettura ;)
    Lo leggerò anche io!

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  3. Grazie a tutte ragazze! Spero vi possa piacere e spero riesca ad emozionarvi.
    Un bacio! (E sarei grata a chiunque volesse gentilmente lasciare su amazon una recensione sul libro....mi sarebbe molto utile!)

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  4. Grazie a tutte ragazze! Spero vi possa piacere e spero riesca ad emozionarvi.
    Un bacio! (E sarei grata a chiunque volesse gentilmente lasciare su amazon una recensione sul libro....mi sarebbe molto utile!)

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